Prima di scattare fotografie è importante imparare a osservare ciò che ci circonda: imparare a non lasciar scivolare lo sguardo, ma saper fissare l’attenzione su ciò che si vede: i colori, la luce, le situazioni. Essere attenti (alla vista di insieme, ai dettagli ed ai particolari, alle relazioni tra gli elementi) è un’attività che si impara: e da questo apprendimento sarà più semplice ed efficace valutare poi con attenzione l'immagine attraverso l'obiettivo.
Una frase di Gianni Bello sintetizza questo concetto: "Vedere è un atto fisiologico, guardare è un atto intenzionale, osservare è un’azione attiva".
Forme, proporzioni e colori degli ele­menti che compongono una determinata scena devono tra­smettere un insieme armonioso: con il passare del tempo e con l'esperienza queste scelte avverranno istintivamente.

composizione fotografica_osservare
 
 
INQUADRARE
La realtà si sviluppa su tre di­mensioni: altezza, larghezza e profondità. L'immagine riprodotta in una fotografia può essere visualizzata su un foglio di carta (o su uno schermo) che possiede solamente due dimensioni: altezza e larghezza. La profondità non esiste più, ma si può ottenere l'illusione della tridimensionalità.
La realtà poi è in continuo mutamento: per molti l'abilità del fotografo è saper coglie­re il momento, che Henry Cartier-Bresson definì il momento decisi­vo: "Che cosa mai, infatti, è più fuggitivo di una espressione, di quel­la misteriosa armonia nella dissimetria di ogni volto, momento decisivo come nessun altro, che a saperlo co­gliere diventa ritratto?". 
L'occhio non ha limitazioni nell'osservare lo spazio circostante: di fron­te a qualunque scena si sposta da sinistra a destra, in al­to ed in basso, torna su di un particolare per osservarlo meglio. Si può anche girare la testa per vedere cosa avviene alle spalle. I nostri occhi, attraverso il cervello, rielaborano in continuazione i messaggi che gli ar­rivano, in base alla propria sensibilità ed esperienza.

L'occhio della macchina fotografica (obiettivo) non è collegato a un cer­vello, non è dotato di memoria e di esperienza, non sa selezionare. Se osservi dalla finestra un bambino che gioca in un prato, i tuoi occhi si con­centrano su di lui, cancellano tutto il resto che comunque è compreso nel tuo campo visivo: la macchina foto­grafica al contrario non possiede questa capacità.
 
I nostri occhi osservano uno spazio senza limiti, invece nella fotocamera l'inquadratura è limitata da quattro lati. E' quindi necessario:
- scegliere cosa includere e cosa escludere dal foto­gramma
- decidere la posizione di un elemento rispetto agli altri.
La forma del mirino o dello schermo LCD ha una forte influenza sulla composizione dell’immagine. L’inquadratura tradizionale è quindi quella orizzontale:
- a causa della visione binoculare degli occhi (è naturale guardare in orizzontale)
- per come sono costruite le D-SLR (è più pratico scattare in orizzontale)
 
Per familiarizzare con la propria fotocamera e studiare l’inquadratura, il consiglio è quello di passare una giornata con la fotocamera al collo ma senza scattare, pensando di fare pratica con l’inqudratura, meglio ancora senza zoom utilizzando una focale fissa.
Tenete l’occhio al mirino e inquadrate piccoli particolari o grandi spazi, in orizzontale e in verticale: imparerete a vedere in due dimensioni, riuscendo a cogliere lati fotografici ai quali non avevate mai pensato.
Decidete poi un soggetto, concentratevi su questo scattando in varie angolazioni, vari orari con diversa luce, vari tagli. Gli scatti ottenuti andranno poi selezionati, con una implacabile cernita. Questa attività, che potrebbe sembrare noiosa ed inutile, non fa che aumentare la propria esperienza: con il tempo imparerete a scartare da subito le inquadrature deboli e a scattare solo quelle foto che molto probabilmente vi soddisferanno.

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