Nell’articolo Stampiamo le nostre fotografie! ho cercato di trasmettere l’importanza ed il fascino che continua ad avere una fotografia stampata. Decidiamo di quindi stampare i nostri scatti, in un laboratorio o a casa con la propria stampante. A questo proposito non so se avete fatto caso che spesso e volentieri la foto, visionata sul vostro monitor (sulla quale avete agito con diversi passaggi elaborazione digitale, “sviluppandola” al meglio) non corrisponda alla fotografia stampata: e questo accade non perché le “piccole” stampanti non funzionino bene (e serva chissà quale strumentazione), ma bisogna conoscere alcune semplici concetti ed operazioni che ci permettano di operare una corretta gestione dello spazio colore.

gamut

Lo spazio colore, o gamut, è la gamma dei colori che possono essere visualizzati o stampati, definendo i confini specifici dei colori nello spettro visivo. La gamma più ampia di colori è rappresentata dallo spettro visibile in natura, contenendo tutti i colori che possono essere percepiti dall'occhio umano. 
I dispositivi elettronici non hanno la capacità di visualizzazione dell'occhio umano: le periferiche di input (scanner, fotocamera digitale) non riescono a leggere, e le periferiche di output (monitor, stampante) non riescono a riprodurre tutti i colori che l'occhio può vedere. Ogni periferica ne può leggere o riprodurre solo una parte, cioè un sottoinsieme, ossia lo spazio colore di quella periferica.
E’ come una scatola di pastelli: tutti i colori all'interno della scatola sono rappresentati in un dato spazio colore, mentre tutti i colori che non sono all'interno della scatola non sono rappresentati nello stesso spazio. 

Ogni periferica ha quindi il suo spazio colore: esistono colori che si possono vedere su un determinato monitor ma non si possono stampare, altri che si possono stampare ma non vedere su un monitor, esistono colori che si possono vedere su un monitor ma non su un altro monitor, colori che possono essere rilevati da un determinato scanner ma non possono essere stampati su una determinata stampante e così via.

Adobe è stato uno degli innovatori nella creazione e attuazione del concetto di un sistema di gestione del colore, introducendo l'idea di uno spazio "di lavoro" a colori, con le condizioni ideali per la riproduzione e la modifica delle immagini, in modo non specifico, per qualsiasi dispositivo. Uno spazio colore del dispositivo descrive semplicemente la gamma di colori che una macchina fotografica può vedere, una stampante in grado di stampare o un monitor in grado di visualizzare.

Esistono alcuni spazi colore “standard”: sRGB, Adobe RGB, ProPhoto RGB. Le differenze tra i diversi spazi di lavoro RGB sono definite dall’estensione della gamma di colori di ogni spazio. Le modifiche degli spazi di colore sono indipendenti dal dispositivo: determinano quindi la gamma dei colori e permettono di modificare le immagini in modo controllato e coerente.
Ecco una breve panoramica e alcune differenze tra gli spazi colore.

spazio-colore gamut

sRGB. E’ il più piccolo spazio cromatico, studiato per le immagini da visualizzare solo sul Web, approssimando lo spazio colore di un monitor di computer tipico: serve come "ipotesi migliore" per come il monitor di un'altra persona possa riprodurre i colori, e come tale è diventato lo spazio colore standard per la visualizzazione di immagini su Internet. Il rovescio della medaglia dello spazio sRGB è che la maggior parte delle fotocamere e dispositivi di output sono in grado di produrre una gamma molto più ampia di quella contenuta nello sRGB.

Adobe RGB. Comprende la maggior parte dei colori che possono essere generati su un dispositivo (come il vostro monitor) utilizzando solo i colori primari RGB (Red - Green - Blue). Questo spazio di lavoro è stato adottato come lo standard per la carta stampata, dato che fornisce una gamma di colori relativamente grande ed equilibrata, che possa essere riprodotta su una varietà di dispositivi. Contiene una gamma sufficiente per la maggior parte delle esigenze di stampa, pur avendo solo una gamma leggermente più grande visualizzabile dai monitor. Inoltre, Adobe RGB migliora sRGB in modo significativo la riproduzione del ciano e del verde. Insomma, Adobe RGB è una scelta eccellente per le immagini destinate alla stampa, o insieme per la pagina stampata ed il web.

ProPhoto RGB. E’ il più ampio spazio di lavoro, contenendo ancora più colori rispetto ad Adobe RGB. Il suo limite è che non è disponibile (almeno per ora) in tutte le fotocamere.

Senza dilungarci in approfondimenti matematici, ma tanto per avere una idea un po’ più chiara, uno spazio colore nasce dalla definizione di un sistema tridimensionale di coordinate colore che possono assumere una rappresentazione spaziale. In questo senso, ogni singolo colore assumerà nello spazio una diversa posizione, che lo distinguerà da tutti gli altri. Nella figura in alto uno schema con l’indicazione dei vari profili colore sopra descritti.

Concludendo, selezionare il giusto spazio colore nella fotocamera, nel software di visualizzazione e nella stampante è un passo fondamentale nel processo. E alla fine l’obiettivo sarà uno solo: ottenere dalla vostra stampante a getto d'inchiostro un risultato corrispondente a quanto vedete sullo schermo. Nei prossimi articoli, senza addentrarci in complesse argomentazioni sulla gestione o sulle prove colore, illustrerò dei semplici passaggi da seguire per ottenere con semplicità stampe migliori.

Comments powered by CComment

nstf logo 2